Descrizione
«Una saga famigliare capace di trasformarsi nellaffresco di tutto un secolo.»
Der Tagesspiegel
Navigando quasi sovrappensiero su un sito internet russo, una scrittrice ritrova per un caso che ha del miracoloso una traccia della madre, morta da decenni, di cui ignora pressoché tutto. Inizia così unindagine appassionante che ripercorre lincredibile destino di una donna e della sua famiglia dispersa durante gli smottamenti politici e bellici del Novecento: dalla Rivoluzione dottobre alla crisi dei Paesi postsovietici. Così, senza mai alzarsi dalla scrivania, Natascha Wodin lascia che la Storia colmi a poco a poco i vuoti della memoria, imbarcandosi in un viaggio a ritroso fino alla città ucraina di Mariupol, da dove i suoi genitori vennero deportati come forza lavoro al servizio del Terzo Reich.
Romanzo che interroga la questione delle frontiere, della dignità dei rifugiati e delle loro sorti, Veniva da Mariupol è allo stesso tempo rielaborazione di una biografia incandescente e ricostruzione rigorosa di un crimine che ha segnato, nel silenzio dei popoli, milioni di individui: linternamento dei lavoratori slavi. Tra false piste e colpi di scena Wodin restituisce un volto alle vittime rievocando personaggi memorabili come laristocratica rivoluzionaria zia Lidija, la folle cugina Evgenija innamorata del padre cantante lirico, la bisnonna italiana Teresa, sposa bambina che solca i mari sempre in compagnia delle sue bambole.
Una vicenda struggente che cambia rotta pagina dopo pagina dando forma a quella materia spesso inverosimile che è la realtà di ogni vita.