Descrizione
«Questi sono i nomi dei figli di Israele » Così comincia il libro dellEsodo, ma i sette profughi che vagano nella steppa sconfinata dellAsia centrale non hanno nome. Non ricordano da quanto camminano, scaricati da un camion, divorati dagli stenti, sanno solo che devono andare verso occidente, che luomo di Asgabat comanda e la donna è costretta a ubbidirgli, che il bracconiere conosce i segni della terra e il ragazzo quelli dei sogni, e che il negro viene da un altro mondo e porta con sé lignoto. Nel frattempo a Michailopoli, cadente città di frontiera, tra furti, mazzette e slot machine, il commissario Pontus Beg cerca di dare un senso alla sua vita con le massime di Confucio, attendendo quella notte damore che la domestica, con ferrea disciplina, gli concede una volta al mese. Finché un vecchio rabbino, ultimo ebreo rimasto, gli rivela le sue vere radici. Il cammino di Beg verso unidentità, unappartenenza, un riscatto dalla «sporcizia» del mondo è destinato a incrociare quello dei profughi che attraversano il deserto per raggiungere la loro Terra Promessa. Con una lingua cristallina che sembra emergere dal silenzio della steppa per scolpire la realtà e una tensione che non dà tregua, Wieringa compone una parabola poetica su tutti gli erranti del XXI secolo, un romanzo totale che guarda fino agli orizzonti ancestrali delluomo, solo di fronte alla paura, ai limiti della ragione e alla forza della speranza.