Descrizione
Don Luigi Ciotti aprì il primo centro di accoglienza per tossicodipendenti in Italia nel 1973. Lesperienza della strada raccolta in questo libro chiama a una riflessione più ampia: cosa deve fare una società sana per prevenire labuso di sostanze? Cosa spinge una persona alla tossicodipendenza? Quali droghe circolano, che effetti hanno, come agiscono? Per questo il sottotitolo è, provocatoriamente, Storie che ci riguardano: le droghe, le dipendenze, i tossici non sono problemi che spettano a qualcun altro, ma rami di un sistema multiforme che si estende in tutta la comunità: prevenzione significa corresponsabilità e reciprocità, sapere che il problema tuo è anche mio, scrive don Ciotti.Questo libro vuole smontare pregiudizi e stereotipi, promuovendo un pensiero della complessità, imprescindibile quando si affrontano questioni che toccano la vita delle persone, le loro fragilità, il loro bisogno di relazione e di senso. Le politiche proibizioniste miopi e lassenza di strategie condivise possono causare molti danni: una consapevolezza diffusa su droghe e dipendenze è quindi lunico strumento per scongiurare il pericolo che la politica si muova seguendo la demagogia populista e le logiche di potere invece del bene delle persone.In Droga. Storie che ci riguardano don Luigi Ciotti non lesina infatti critiche alle politiche repressive tout court: le sostanze stupefacenti possono uccidere. Non solo con loverdose ma con leggi repressive che nel consumatore vedono il criminale e non la persona fragile e bisognosa di aiuto. Le attuali legislazioni contro le droghe, ben lontane dallestirpare il fenomeno delle dipendenze da sostanze, criminalizzano labuso di stupefacenti senza promuovere educazione e attenzione. Leducazione al benessere psicofisico passa anche attraverso un approccio al tema delle droghe non terrorizzante bensì responsabilizzante spiega don Ciotti nel capitolo Quando le droghe uccidono.