Descrizione
Dalla morte del padre ai bambini suicidi di una baraccopoli a Nairobi, dalle ferite misteriose inferte da armi sconosciute in zone di guerra alla morte di un bimbo zingaro, alle lacerazioni inferte al corpo suo e del mondo: con grazia stupefacente, severa e un rigore pieno di meraviglia, la poesia di Cristina Alziati non tace nulla.